domenica 10 settembre 2017


Avere 50 anni significa innanzitutto che la patente ti scade ogni 6 anni e non più ogni 10. 
Il che potrebbe essere interessante se avessi la garanzia di reincontrare l'aitante medico che qualche giorno fa mi ha concesso 10 minuti del suo prezioso tempo per controllare sommariamente la mia vista ed il mio stato di salute .
Invece al momento l'unica cosa certa è che, se sopravviverò, nel 2023 mi toccherà pagare nuovamente tasse bolli e commissioni, mentre se avessi provveduto ad espletare tali pratiche all'età di 49 anni e 364 giorni la scadenza successiva l'avrei avuta nel 2027.
Come dite? 6 anni non sono mica pochi? No infatti....chissà quanto potranno aumentare i suddetti bolli tasse e ammenicoli vari, in questo lasso di tempo !!!
Come dire...  Li ho appena compiuti e già si comincia con le fregature ???!!!

domenica 1 novembre 2015

Io no.


Perché celebrare i nostri morti proprio in queste giornate?
Perché sottostare a quello che è diventato semplicemente un business? Perché adeguarsi ad odiose convenzioni sociali?
Le persone care che non ci sono più sono con me in ogni momento.
Il cimitero è quell'enorme spazio vuoto che hanno lasciato dentro di me quando se ne sono andate.
In quel cimitero, lì dentro di me, io ci vado ogni giorno. 
Oggi e domani (perché ricordatevene o voi che vi affannate a cercare un parcheggio, che vi litigate l'ultimo crisantemo e che se non lo trovate lo rubate al vicino, che il giorno dei morti sarebbe il 2 novembre e non il 1o) lascio agli altri il privilegio di correre presso una tomba tirata a lucido e portare un fiore grande, più grande possibile, in modo che il vicino veda, e dalla misura di quel fiore possa intuire quanto è il vostro amore verso chi non c'è più.
Io, la solita polemica, anticonvenzionale, quella sempre un po' fuori dal coro e sopra le righe, oggi celebrerò i vivi.
E chi saprà capirmi meglio di tutti sarà proprio colui che se ne è andato in questo giorno. 
In cimitero ci andrò quando saranno andati tutti via.
Quando tutto quel tripudio di fiori sarà diventato un ammasso avvizzito e putrido, ci andrò, e non mi vedrà nessuno.

domenica 25 ottobre 2015

Correggimi se ....


Le persone sbagliano.
Per odio
Per amore
Per leggerezza
Per noncuranza
Perché credono in una cosa e non si muovono dalle loro posizioni
Perché non vogliono cambiare punto di vista
Non vogliono rimangiarsi le parole Rivedere ciò che avevano già visto
Le persone sbagliano e si fanno del male
Oppure fanno del male a chi hanno vicino
O ancora perdono un' occasione
Un' opportunità
La strada giusta
La meta agognata
Le persone sbagliano, a volte, per colpa di altre persone che hanno sbagliato, ed è così che un errore si moltiplica, ha delle ricadute incontrollabili e a volte irreparabili.
Forse è proprio il fatto di essere umani che ci rende fallibili.
O forse è il fatto di essere fallibili a renderci umani.
#nonlasciatemimaisoladavantiall'assedastiro

martedì 20 ottobre 2015

Freeze? Flight? Fight ?


Quando tuo figlio si trova in un contesto difficile, cosa è giusto fare?
Insegnargli ad affrontare la difficoltà, consapevoli del fatto che nella vita incontrerà ostacoli peggiori, con il rischio che però si arrenda e rinunci a ciò che stava facendo?
Oppure, se c'è una possibilità di fuga, incoraggiarlo ad approfittarne perché in fin dei conti è sempre meglio cercare un'alternativa, anche se ciò significa abbassare la quota del proprio volo, ma garantisce di poter continuare a volare?
Che cosa dobbiamo insegnare ai nostri figli?
Vai e combatti, consapevole del fatto che le conseguenze negative le pagherai per tutta la vita, perché potrai uscirne zoppo, cieco o morto?
Oppure cerca una via di uscita e scappa subito, anche se non è dignitoso, anche se non ci fai una bella figura, ma potrai continuare a cercare la tua strada?
A chiederselo è proprio una che delle battaglie combattute inutilmente porta ancora le ferite sanguinanti.
E che con quella sorta di saggezza che deriva dal numero di candeline spente è riuscita a capire che a volte la resa è la soluzione migliore.
Ma la battaglia in corso, stavolta, non è la mia....

mercoledì 23 settembre 2015

Un filo di speranza

Ebbene sì lo confesso: ho trascorso la mia estate in compagnia di un ragno. Ogni mattina durante le mie colazioni solitarie (un insonne fa sempre colazione da solo) alzavo gli occhi verso quell'angolo della cucina dove appeso alla sua ragnatela questo insolito compagno ad otto zampe se ne stava placido e dondolando in attesa della sua colazione.Non so per quanti giorni mi sono ripromessa che appena tornata dal lavoro avrei demolito quel reticolo di filamenti bianchi anzi, qualche volta l'ho pure fatto, ma il giorno dopo l'amico ragno aveva ricostruito praticamente tutto ed era sempre lì a guardarmi mentre facevo colazione.
Con il passare dei giorni mi ci sono quasi affezionata: me lo immaginavo appollaiato lassù a fissarmi con quegli occhietti maligni da ragno (e poi chi lo dice che sono maligni? quelli sono occhi da ragno!!! Ai ragni probabilmente sembreranno maligni i nostri..).
Ho deciso di lasciarlo lì in pace a vivere la sua vita da ragno; in fin dei conti a noi torna anche utile un alleato sempre pronto a mangiarsi gli insetti che invadono il nostro territorio! 
E così giorno dopo giorno, anche quest'estate è passata.
Il mio ragno ha assistito alle mie mattine di sconforto, a quelle di pace e serenità, a quelle molto tristi e quelle eccitate da un bel programma della giornata, mi ha vista sudare già alle 6:00 di mattina oppure, raramente, rabbrividire e chiudere la porta del giardino. 
Ieri ho alzato gli occhi e mi sono accorta che quel ragno non c'era più.
Ho interpretato questa sparizione come il segnale di questa lunga estate che se ne va, con un po' di tristezza perché a parte il caldo insopportabile è stata una stagione che mi sono piacevolmente goduta e che avrei voluto fosse più lunga, perché in questo momento di soffrire il freddo non ne ho nessuna voglia
Mi sono quindi chiesta, addentando il mio panino e sorseggiando il mio the verde, quanto dura la vita dei ragni: il tempo di una stagione?
Un anno? 
Due anni?
O semplicemente finché un altro produttore non se lo mangia?
Mi sono resa conto di non averci mai pensato, esattamente come accade con tante altre cose o persone alle quali non diamo un peso finché non ci succede qualcosa che ci porta con il pensiero proprio lì.
A volte sono pure cose o persone importanti, che noi diamo per scontate come per me lo è stata la presenza di quel ragno del solito angolino ogni mattina......
È quando le cose o le persone a cui tieni ti vengono a mancare che cominci a porti delle domande. 
Mille domande che restano appese al filo di una ragnatela.

domenica 30 agosto 2015

Blog in vacanza ......



Blogger in vacanza ....
Anche senza partire fisicamente, lascio partire la mente verso i lidi del relax totale.
Concentro le energie verso le nuotate, le serate con gli amici, le cenette romantiche all'aperto, concedo a questo cervello in perenne subbuglio il meritato periodo di fancazzismo.
Per pensare, arrovellarsi, cambiare idee 100 volte e trascorrere notti insonni di tormento, il tempo ci sarà.... più avanti.
Per il momento, questa estate sembra non voler finire !

martedì 11 agosto 2015

Tu eri chiaro e trasparente


Che bella serata.... la temperatura è quella giusta, la brezza è leggera, si vedono dei lampi in lontananza ma non c'è la minaccia di pioggia.
Il mare è un' enorme massa scura in movimento, ma là, dove i lampioni della marina lo illuminano, si riesce a vedere il fondo di ciottoloni rotondi.
Sembra tutto tranquillo ed io sono serena.
C'è anche un bel labrador nero che laggiù si tuffa per riprendersi la sua pallina, mentre dall' altra parte si scorgono le teste di un gruppo di allegri ragazzi che di divertono a fare la nuotata notturna.
Appoggio il mento sulle ginocchia e mi perdo ad osservare questo mare scuro godendo del suo profumo e del momento di quasi felicità, quando piano piano vedo avvicinarsi una massa biancastra appena sotto la superficie.
Ondeggiando si avvicina e pur non riuscendo a capire cos'è, vederla mi causa disagio.
Cosa può disturbarmi tanto in un momento che sembrava quasi perfetto?
La corrente sospinge la massa biancastra verso di me e finalmente riesco a capire: è una borsa di plastica.
Una semplice, banale borsa di plastica,  ma non doveva essere qui,  non doveva venire verso di me,  non doveva farsi vedere, non questa sera.
Il mio umore cambia, alla serenità subentra l'inquietudine, poi il fastidio e per finire la rabbia, quella nera, cupa, solida e sordida.
E mi diventa chiaro che in ogni momento felice c'è sempre un disturbo, una macchia, un' ombra che deriva da qualcosa che ci portiamo dietro e che non abbiamo ancora risolto, da un ricordo triste che non riusciamo a cancellare, da una ferita che nonostante le cure non si rimargina, da quella sensazione di "sbagliato" forse tipica delle personalità inquiete e tormentate.
A volte sono piccoli rifiuti, pezzetti di legno, foglie, piume di gabbiano che il mare si porta a spasso per un po' prima che la natura stessa se ne prenda cura.
Altre volte, come stasera, sono immondizie dannose che inquinano, uccidono e che per dissolversi ci mettono un secolo.
La borsa di plastica continua ad ondeggiare beffarda davanti ai miei piedi finché si allontana.
Il mare se la porta in un altro luogo, dopo poco non la vedo più, ma rimango turbata perché so che c'è,  che ci sarà ancora a lungo e che forse un giorno ritornerà a disturbare un altro momento felice.
Ora però se n'è andata.... ed io decido che non ci voglio più pensare.
Ma poco dopo, inaspettatamente, comincia a piovere

Avere 50 anni significa innanzitutto che la patente ti scade ogni 6 anni e non più ogni 10.  Il che potrebbe essere interessante se ave...