giovedì 16 luglio 2015

Solo per te la mia canzone vola


Oggi, 20 anni fa, se n'è andata la mia mamma.
Al di là del pensiero nostalgico che da allora accompagna ogni giorno della mia vita, nel corso di questi lunghi anni ho fatto un gioco: mi sono immaginata di vivere i miei momenti importanti assieme a lei.
Ho immaginato che venisse a trovarmi all'ospedale alla nascita dei miei bambini, e che iniziasse a darmi consigli che io avrei inevitabilmente respinto giudicandoli obsoleti.
Ho immaginato quindi di raccontarle della fine del mio matrimonio, ma anche dei problemi di lavoro o altre questioni più banali, sicura che la discussione sarebbe finita con la solita litigata.....
....e dopo 5 minuti rieccoci pronte a discutere di un'altra cosa e a litigare di nuovo.
Negli ultimi tempi invece immagino la mia giornata impegnata a fare qualcosa per lei ormai anziana.... Magari fare la spesa -litigando- accompagnarla a fare qualche esame medico -litigando- perché in fin dei conti il nostro rapporto era così: due caratteri opposti, due modi opposti di vedere la vita che davano il via a continue interminabili discussioni.
Sono stata la figlia sbagliata, o forse erano i miei genitori ad essere per me la famiglia sbagliata, o più semplicemente -comincio a capirlo solo ora- la libertà di opinione ed espressione era talmente ampia da consentire infuocati dibattiti su ogni argomento.
Il solo consiglio della mamma che ho sempre seguito, forse perché me lo ha ripetuto fino alla nausea, è stato "Studia, lavora e cerca di non dipendere mai da nessuno".
Per il resto, ogni cosa è sempre stata motivo di disaccordo o di discussione.
Se lei fosse ancora qui, probabilmente io sarei ancora la figlia ribelle che non gliene dava mai vinta una, invece ho dovuto fare i conti con il mio diventare donna, mamma ed ora 'anagraficamente matura' senza avere un modello da seguire o rinnegare, e soprattutto senza la certezza che con quella persona, e solo con lei al mondo, dopo una furiosa litigata ci sarebbe stato ancora l'amore.

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