martedì 23 giugno 2015
Sempre d'Austria il soglio unito.....
Ieri sera ho preso parte, assieme al mio coro, ad una rappresentazione teatrale in ricordo dei giorni in cui è scoppiata la prima guerra mondiale.
È stato narrato tutto dal punto di vista degli uomini comuni e non dei generali o dei politici.
Sono state lette delle memorie di gente della zona in cui vivo, il che ha reso il tutto ancora più toccante.
Per chi mi legge da lontano, faccio presente che a poche centinaia di metri dalle nostre case abbiamo ancora chilometri di trincee, che poco distante si trova il famoso sacrario di Redipuglia eretto in memoria dei caduti proprio su una zona sulla quale di sangue ne è stato sparso tanto.
Tralascio ciò che è la storia scritta in quanto non ho titolo per riportarne i fatti.
Quello che molti non sanno, non ricordano, o non vogliono ricordare, è che 100 anni fa la gente di qui è partita per combattere DALLA PARTE DEGLI AUSTRIACI.
Noi eravamo Austria a tutti gli effetti.
Non ci sono state insurrezioni o diserzioni di massa da parte di chi viveva in provincia di Gorizia e di Trieste. Nessuno qui aveva interesse a staccarsi da quell'impero austro ungarico che da secoli garantiva un benessere e una qualità di vita che in Italia non sussistevano.
Per tutto il resto d'Italia eravamo visti come una popolazione strana, in pratica NOI eravamo il nemico.
E così cantando insieme al coro l'abbinata del vecchio Inno Austriaco con Fratelli d'Italia, pensavo che dopo 100 anni i triestini, fatta forse eccezione per i politici che per contratto devono recitare una parte, continuano a non sentirsi parte di quell'Italia che 100 anni fa ha imposto la sua presenza.
Da brava Triestina io ho sempre vissuto tra i ricordi di chi rimpiangeva l'Austria, ho respirato quell'aria mitteleuropea emanata da edifici strade e persone, che hanno fatto sì che ci sentissimo tutti più affini a Vienna piuttosto che a Roma.
Io non mi sono mai sentita italiana, così come sentivano di non esserlo i miei nonni. Non sono bastati 100 anni a cancellare una memoria così radicata.
L'identità nazionale non può venire imposta, ognuno appartiene al popolo che sente più vicino.
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